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IN PRIMA LINEA PER LE RIFORME SOCIALI
Lager psichiatrici
Negli anni 70, un agente di commercio si perse nella campagna intorno a Johannesburg, nella Repubblica Sudafricana. Quando si fermò per chiedere informazioni in prossimità di quello che sembrava un sito minerario, vide una scena inquietante: una donna di colore, nuda e terrorizzata, stava tentando di sfuggire a una guardia in uniforme.
Il rappresentante era uno Scientologist che riferì alla Chiesa ciò che aveva visto. Quando ledizione sudafricana di Freedom iniziò a indagare, emerse una storia che per molto tempo sarebbe assurta a simbolo dellavidità e della disumanità della psichiatria.
Quel sito minerario apparentemente abbandonato era una delle tredici strutture di proprietà della holding Smith-Mitchell, un gruppo che a metà degli anni 70 assorbiva circa un terzo degli stanziamenti per la salute mentale nella Repubblica Sudafricana. Nove di queste strutture erano per pazienti di colore, quattro per pazienti bianchi.
Il CCDU scoprì una situazione agghiacciante. Nel 1976, in Sudafrica, oltre il 70% dei pazienti psichiatrici di colore era nelle mani di questo gruppo. Gli ospedali della Smith-Mitchell ospitavano più di 10.000 persone. I pazienti di colore erano trattati appena meglio degli animali: erano costretti a lavorare 12 ore al giorno per arricchire i loro carcerieri, la disponibilità di cibo era minima, dormivano su materassi adagiati su pavimenti di cemento e
in alcune strutture cera solo uninfermiera in servizio per un numero di pazienti che andava da 300 a 1.000. Non esistevano strutture mediche attrezzate e ogni giorno almeno un paziente moriva. I mass media parlarono di lager occulti e magazzini umani perché la maggior parte di questi campi draconiani era nascosta alla vista da palizzate munite di chiodi.
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